Avete mai pensato di mettere su un servizio di hosting oppure semplicemente pensato di voler gestire i vostri siti internet su un server di vostra proprietà? Spesso la parte più ostica della configurazione di un server di questo genere è proprio la parte che solitamente viene fatta da gente come me tramite la classica linea di comando che a non molti piace ma che resta sempre la migliore soluzione per risolvere eventuali problemi.

Oggi ci viene in aiuto un Pannello di Controllo totalmente open source che permette di gestire un servizio di hosting quasi come con i pannelli professionali.

Prima di tutto vi consiglio di effettuare qualche test con una bella macchina virtuale creata con Virtual Box.

Cosa ci serve?

  • Prima di tutto un computer abbastanza potente per poter far girare una macchina virtuale. Niente di particolarmente performante dato che installeremo una release di Ubuntu che non preveda interfacce grafiche. Scaricare l’ultima versione di Virtual Box da www.virtualbox.org.
  • Una immagine ISO di Ubuntu Server che si può scaricare in pochi minuti da www.ubuntu.com
  • Il software del pannello di controllo HECP che scaricheremo direttamente dalla nostra macchina virtuale.

Dopo che avremo installato Virtual Box, o semplicemente dopo averla fatta partire se l’avevamo già installata precedentemente, ricordiamoci di configurare la scheda di rete virtuale come Bridge. In questo modo potremo dare alla nostra macchina virtuale un indirizzo IP della nostra sottorete e vederla da tutti i PC ad essa collegati. Installiamo anche UBUNTU SERVER. L’installazione, in modalità testo, ci permetterà di configurare una Linux Box in pochissimi minuti. Unico accorgimento: Ubuntu Server, terminata l’installazione di base, chiede di installare alcuni software server lasciando all’utente la possibilità di scegliere. Io consiglio di installare solo il daemon SSHD che ci permetterà di collegarci al server virtuale da qualunque postazione con software tipo PuTTY.

Al termine dell’installazione autentichiamoci con nome utente e password scelti durante la fase di installazione e scarichiamo subito EHCP dal sito ufficiale (www.ehcp.net) con i seguenti comandi:

wget www.ehcp.net/ehcp_latest.tgz
tar -zxvf ehcp_latest.tgz
cd ehcp
sudo ./install.sh

Con questi pochi passaggi abbiamo scaricato e decompresso l’ultima versione del software Easy Hosting Control Panel ed abbiamo fatto partire l’installazione.

Attenzione: durante l’installazione è necessario che Linux sia collegato ad internet e verranno scaricati numerosi software. E’ inoltre consigliabile tenere il CD-ROM dell’installazione di Ubuntu nel lettore.

Verranno chiesti alcuni dati, l’indirizzo IP della Linux Box, il vostro nome e di scegliere alcune passwords relative all’accesso al pannello di controllo.

In pochissimi minuti l’operazione di installazione verrà completata e potrete finalmente iniziare a lavorare sul vostro nuovo sistema di hosting semplicemente digitando: http://indirizzo_ip.della.linux.box in un browser presente nella vostra sottorete.

Tutto il funzionamento è molto intuitivo. Unica pecca di tutto questo è che il software, attualmente, è disponibile esclusivamente in inglese e in altre lingue… tranne che in italiano. Non sarà un problema per la maggior parte degli smanettoni ma potrebbe essere un po’ ostico per chi è alle prime armi.

Create utenti, domini, sottodomini, caselle di posta e tutto quanto vi passerà per la testa. Automaticamente verranno create cartelle, accessi FTP e record DNS.

Buon divertimento con EHCP!

Piccola annotazione: il server FTP di default installato da EHCP è vsftpd. La versione aggiornata di questo server ha aggiunto dei controlli di sicurezza sull’accesso ed è quindi necessario intervenire manualmente per sistemare alcuni permessi. Per permettere  l’accesso FTP è necessario dare un comando

sudo chmod a-w nome_cartella

alla cartella del sito creato. I siti vengono creati sotto /var/www/vhosts/nome_utente quindi solitamente basta dare da terminale il comando:

sudo chmod a-w /var/www/vhost/nome_utente

per risolvere i problemi di accesso.