Da molti giorni, mamma Google, ci chiede di effettuare il test per la velocità di caricamento del sito. Cosa fare se il tuo sito viene caricato troppo lentamente? Ci pensa un modulo ApacheDeflate.

Una delle prime soluzioni da provare ad adottare è quella di impostare la compressione dei dati sul server. Ecco come fare.

Come scoprire se il sito utilizza già la compressione?

Prima di tutto dobbiamo iniziare effettuando un piccolo controllo: il nostro sito ha già la compressione attivata?

Per verificarlo basterà visitare un sito di test.

Ce ne sono molti ma, personalmente, ho utilizzato questo:

http://www.gidnetwork.com/tools/gzip-test.php

Basterà inserire, nello spazio Web Page Url, l’indirizzo di una pagina del proprio sito internet.

Non scrivere solo il dominio: tra redirect e altri codici vari potrebbe venir fuori un risultato non veritiero. Prendiamo ad esempio una bella pagina piena di contenuti e incolliamone l’indirizzo nello spazio dedicato.

Basterà clikkare su Check per avviare il test e se il risultato fosse negativo, la riga “Web Page Compressed?” risulterà NO.

In questo caso sarà possibile leggere una previsione di velocizzazione con l’eventuale compressione attivata.

Nei miei test che hanno dato esito negativo, la previsione di velocizzazione per l’apertura di una pagina web piena di contenuti, ha sfiorato i 5 secondi di differenza.

Come operare a livello server?

Se sei un utente Apache 2, anche se hai il sito su un servizio di hosting condiviso, puoi agire sulle configurazioni del file .htaccess.

Per eseguire queste operazioni è necessario avere un minimo di competenze oppure in alternativa, rivolgersi al proprio webmaster che potrà sistemare le cose con professionalità.

Il file .htaccess (sì, inizia con un punto perché è un file nascosto) si trova all’interno della cartella principale del sito o in una sotto-cartella. La sua azione ha effetto dalla cartella dove è posizionato e alle relative sotto-cartelle presenti.

Gli utenti wordpress hanno normalmente questo file all’interno della cartella di installazione.

È buona norma, prima di tutto, scaricare quello presente e tenerne una copia di backup nel caso in cui fosse necessario ripristinarlo.

Una volta scaricato il file .htaccess non resta da fare altro che aggiungere, con un semplice editor di testo,  le seguenti istruzioni:

<IfModule deflate_module>
# Enable compression for the following file types.
AddOutputFilterByType            \
DEFLATE                         \
application/javascript         \
text/css                       \
text/html                      \
text/javascript                \
text/plain                     \
text/xml
</IfModule>

La compressione avrà effetto solo sui files con il Mime/Type descritto nella configurazione. Non ha senso comprimere ulteriormente file di immagine, audio o video che lo sono già.

Tutto ciò che è testo puro viene compresso dal lato server e decompresso dal lato client.

Sempre tramite FTP dovremo rinviare il file .htaccess.

Se prendiamo, ad esempio, la pagina RaspberryPI-Desktop su Virtualbox, che credo sia il contenuto più cospicuo presente nel mio sito, e lo facciamo testare al servizio di cui parlavo ad inizio articolo, noteremo che la dimensione del download viene ridotta del 74,9% portando a 49.686 bytes un archivio che in origine aveva una dimensione di 198.225 bytes. Un notevole risparmio di tempo!

Per verificare se la compressione viene eseguita correttamente basterà testare nuovamente la pagina del proprio sito e, questa volta, ci aspetteremo una risposta Yes alla domanda “Web Page Compressed?” seguita da una serie di dati riguardanti la connessione ed il tipo di compressione ed il relativo rapporto.

Conclusioni

Naturalmente questo è un primo passo verso la velocizzazione di caricamento e di risparmio di banda. Altre tecniche, da poter mettere in atto parallelamente, prevedono di usare plugin per il caching delle pagine ma, di questo e di altri argomenti, ne parleremo in un altro momento.

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