Da molto tempo diversi gruppi di “utenti smaliziati” mettono mano ai sorgenti open source del sistema operativo per smartphone e tablet Android per tentare una portabilità libera su PC e Mac… la cosa più bella è che ci stanno riuscendo molto bene. Android-x86 è il padre di tutto questo, Remix OS, da parte sua, lo migliora!

Cos’è Android-x86

Android x86 è il primo progetto nato per far funzionare il sistema Android sui normali PC ed è anche l’unico che ha fatto dei grandi passi avanti e che continua a farli con una certa velocità e precisione.

Sul loro sito ufficiale è possibile scaricare tutte le versioni, stabili o in beta, disponibili per le architetture x86 (quindi intel e amd) a 32bit e a 64bit.

La cosa più interessante è che questo tipo di sistema può essere installato ed utilizzato direttamente tramite una chiavetta USB (possibilmente USB 3 che è più performante) o direttamente sul disco fisso del proprio PC in una partizione separata. L’installazione su disco fisso richiede un po’ di pratica con il partizionamento del disco e della configurazione in dual boot.

L’ambiente grafico che viene riproposto da Android-x86 è quello standard dei tablet con le applicazioni a tutto schermo e i classici tasti virtuali BACK – HOME – TASK MANAGER da premere con il mouse o, forse, anche con il dito in caso di PC con monitor touch. La resa di alcune applicazioni non è bellissima da vedere, soprattutto su monitor di grandi dimensioni e, molte applicazioni, potrebbero risultare anche inutilizzabili o non funzionare correttamente.

Come primo approccio semplice da provare consiglio comunque di scaricare una delle ultime immagini disco disponibili e di caricarle su una chiavetta USB per provarle.

Cosa cambia con Remix OS?

IMG_20160208_102655La cosa che questa versione di android cerca di fare è far diventare il sistema Android più orientato all’utilizzo su sistemi desktop o su PC portatili e renderlo quindi utilizzabile come se fosse un sistema grafico tradizionale tipo Linux, Mac o Windows. La particolarità sta nel fatto che però, le applicazioni che gireranno su questo sistema, sono quelle che solitamente troviamo nei nostri telefoni.

Di questi “porting” ce ne sono anche altri, uno di questo è Phoenix OS che risulta essere molto simile a Remix con qualche pecca in più, tipo la difficoltà a far funzionare le applicazioni google, le famose GAPPS.

Queste due sono distribuzioni in versione alpha e sono ufficialmente derivate da babbo Android-x86. Un’altra, di cui sono venuto a conoscenza solo pochi minuti fa, è Console OS che utilizza Android-x86 in modo apparentemente non ufficiale. Non ho ancora avuto modo di provarlo.

Torniamo però alle nostre distribuzioni Phoenix e Remix. Curiosamente sono entrambe prodotte da programmatori cinesi e possiamo accorgercene già dal primo boot che riporta alcune scritte in caratteri cinesi. Personalmente le ho provate entrambe e reputo che la Remix sia migliore rispetto all’altra. In ogni caso consiglio di provarla su chiavetta USB che abbia un’ottima velocità di scrittura, almeno 10Mb/s o meglio ancora 20Mb/s. quindi opterei per una chiavetta USB3 o per un disco usb esterno (attualmente sto scrivendo utilizzando Remix OS su un hardisk Verbatim USB 2 da 650 giga formattato Windows che ha un transfer rate di 23Mb/s).

Di cosa abbiamo bisogno per iniziare?

Per prima cosa prendiamo coscienza del fatto che oculus.it non è assolutamente responsabile delle conseguenze che potrebbe portare seguire queste semplici istruzioni e che addirittura lo staff di Remix-OS tiene a precisare che, per scaricare il loro sistema operativo, bisogna dichiarare di essere sviluppatori. Se questi primi requisiti sono soddisfatti, possiamo prendere la nostra chiavetta (di almeno 8Gb) e formattarla con il filesystem FAT32. Così facendo la puliamo completamente e la rendiamo pronta all’uso per  Remix.

Andiamo alla pagina di download di Remix OS e scarichiamo la versione  che fa al caso nostro, ovvero, la LEGACY se abbiamo un PC con un vecchio BIOS o la versione EFI se abbiamo un computer più recente.

Lo staff di Remix OS ha predisposto una semplice utility per creare le chiavette da sistemi windows. Basterà lanciarla e selezionare il file .iso o .img (a seconda che si sia scelto di scaricare rispettivamente la versione Legacy o la EFI), selezionare il drive corrispondente alla nostra chiavetta USB e dare il via alla scrittura. Nel caso in cui invece si utilizzi un sistema Linux (siete i miei lettori preferiti… bravissimi) è possibile utilizzare il comando di sistema dd con la seguente sintassi:

sudo dd if=nomefile.iso of=/dev/sdx

dove sdx è il nome del device che contiene la chiavetta USB. Per scoprire quale è il device corrispondente alla chiavetta collegata digitare il comando:

sudo blkid

e verificare.

Una volta pronta la chiavetta USB è possibile riavviare il PC e far partire il sistema operativo Remix-OS!! Per fare il boot da device USB premere, all’avvio del computer, il tasto corrispondente che verrà comunicato a video (solitamente F8, F11 o ESC) oppure configurare direttamente il BIOS per avviare da USB come scelta predefinita. Quest’ultima opzione permetterà di avviare normalmente il PC da hardisk se non è inserita la memoria USB oppure, al contrario, di partire da un sistema diverso se questa è presente nello slot.

IMG_20160208_215340Consiglio di far partire prima di tutto la versione Live (chiamata nel menu Guest Mode) per controllare che tutto funzioni bene (impostazioni video, wireless, bluetooth, ecc).

Se il test con la versione live mostra che tutto funziona bene possiamo procedere con il riavvio del computer per far partire la versione Persistent Mode. Questa modalità prevede la creazione di un file chiamato data.img all’interno della chiavetta di RemixOS. Questo file, della dimensione di 4Gb, manterrà le modifiche che l’utente farà durante l’utilizzo di Android ed eviterà di dover eseguire ogni volta un nuovo setup di personalizzazione. Il processo di creazione del filesystem richiederà qualche minuto a seconda della velocità di scrittura del supporto utilizzato.

A questo punto siete pronti a portare sempre con voi il vostro sistema operativo che funzionerà su tutti i PC (o quasi). Per una portabilità maggiore, per l’utilizzo su computer più datati o su PC virtualizzati (tipo virtualbox) si consiglia di scaricare la versione a 32bit (link qui per il torrent).

IMG_20160213_155701A questo punto non resta che seguire le istruzioni a video per partire con il nuovo sistema operativo: scegliere prima di tutto la lingua (consiglio l’inglese … a meno che non coIMG_20160213_155718nosciate anche il cinese), accettare le condizioni di utilizzo, configurare la connessione wireless (clikkare su skip se si usa una connessione ethernet cablata) e godersi un sistema Android Desktop!! Più veloci saranno il PC e la chiavetta/hardisk USB in uso e più fluido sarà il suo utilizzo.

In modo predefinito non sono state installate le applicazioni di google e, quindi, nemmeno il Play Store. Per installarlo, da sistema avviato, scaricare il file delle Google Apps e seguire questi semplici passi prima di utilizzarle:

Installare il Google Apps Installer clikkando sul file scaricato. Nel caso il sistema non volesse installarle, entrare nelle impostazioni delle applicazioni e selezionare la possibilità di installare da fonti non sicure;

Far partire l’installer per le Google Apps;

Cliccare sul tasto “One-click to install Google Services”. Verrà scaricato il pacchetto completo ed installato;

Al termine andare nelle Impostazioni delle Applicazioni, scorrere verso l’ultima colonna a destra (tutte le applicazioni), e selezionare:

  • Google Play Services: clikkare su gestisci spazio, scorrere fino in fondo alla pagina che apparirà e poi clikkare sul tasto “Cancella tutti i dati”
  • Google Services Framework: clikkare su “Cancella dati”

Riavviare RemixOS per poter utilizzare i servizi e le applicazioni di casa Google anche sull’andoid pc.

Nei miei due PC portatili (un vecchio netbook del 2010 ed un Intel i3 più recente) ho installato in dualboot con ubuntu (presto un nuovo tutorial per chi volesse cimentarsi in questa operazione) il sistema che, seppur in Alpha release, funziona alla perfezione.

Perché ho avuto la voglia di iniziare a sperimentare questo tipo di installazioni? Semplicissimo: spesso è comodo avere a disposizione su un monitor più grande e con una tastiera il sistema che si usa di solito sul proprio smartphone o tablet. Gli utenti whatsapp saranno felicissimi di poter chattare con la tastiera del PC da casa. Inoltre, a differenza da BABBO Android-x86, le applicazioni che funzionano solo in verticale, possono essere scalate ed utilizzate anche sul computer. Insomma… oltre a riesumare vecchi computer “da discarica” è anche utile per svago o per lavoro.

E voi avete mai pensato di utilizzare il vostro vecchio (o nuovo) PC con Android? Rispondete nei commenti e diteci anche per quale motivo avete scelto di usarlo o perché pensate che non lo userete mai!!