La rete BITCOIN è costituita da un immenso numero di NODI e di MINATORI.

Da un po’ di tempo a questa parte ho deciso di dedicarmi al settore delle cryptovalute, non tanto per fare speculazione e guadagnarci sopra, ma per capirne il funzionamento.

La rete BITCOIN da 13 anni a questa parte non è mai stata “bucata” da nessun hacker o cracker.

Tutte le transazioni vengono memorizzate dai NODI in blocchi in quella che è chiamata BLOCKCHAIN grazie a complicatissimi calcoli che solo le potenti GPU dei MINERS riescono ad effettuare in modo più o meno veloce.

In questo articolo non voglio soffermarmi sui MINATORI, che avrebbero bisogno di un lunghissimo trattato sul loro operato e sul funzionamento, ma sui NODI. Mentre i MINERS ricevono un compenso per il lavoro svolto, i gestori dei NODI non racimolano nemmeno un piccolo SATOSHI.

Perché allora creare un NODO e mettere a disposizione hardware e banda internet per una cosa che non ti offre nulla in cambio?

Perché diventare un gestore di un NODO?

La risposta è molto semplice: come spesso accade nel mondo del software OPEN SOURCE molte persone mettono a disposizione le proprie attrezzature e la propria conoscenza per il semplice motivo che vogliono contribuire in modo attivo al funzionamento di un progetto in cui credono.

Lo stesso sistema operativo LINUX, ad esempio, e tutto il software che è stato creato per lui, è un esempio di questo genere di visione.

Ecco che aprendo un NODO BITCOIN l’utente per prima cosa si prende cura della rete rendendola ancora più sicura e decentralizzata. Tra le altre importanti ragioni che spingono una persona ad aprire un nodo c’è la fame di sapere ovvero voglia di sapere come funzionano realmente le cose. Solo così ci si fanno le ossa sul’argomento.

L’utente che deciderà di aprire un NODO BITCOIN memorizzerà, per default, tutte le transazioni avvenute sulla rete dalla sua nascita. Questo significa molto in condivisione di banda internet e di spazio disco, per questo è consigliato avere una linea internet veloce a forfait ed un disco fisso SSD da almeno 1 Terabyte.

Come aprire un NODO BITCOIN?

Aprire un nodo BITCOIN non richiede tantissime conoscenze. Si può fare sfruttando un PC (Linux, Mac OS o addirittura Windows) in disuso o addirittura un piccolo Raspberry PI 4. La parte più dispendiosa è proprio il disco fisso SSD da 1 Terabyte.

Quando il nostro hardware è pronto per essere configurato si possono seguire due strade diverse:

BITCOIN CORE SOFTWARE

Direttamente dal sito bitcoin.org è possibile scaricare il core software da questo link. Basterà scegliere la propria piattaforma e procedere seguendo le istruzioni (in inglese).

Bitcoin core wallet

Al primo avvio del software verrà richiesto dove memorizzare la blockchain, il famoso disco da 1 terabyte, e, a seconda della velocità della rete internet e del PC in uso, si impiegheranno dalle 24 ore in su per scaricare tutto quanto. Dopo la prima sincronizzazione, giornalmente, verranno aggiornati i dati per mantenere attiva la rete.

13 anni di sincronizzazione sono circa 500giga di dati da scaricare, ecco perché la linea internet non deve essere a consumo!

Nel caso di problemi con la linea o se semplicemente i primi giorni non volete tenere acceso 24h/24h il computer, il download interrotto ripartirà dal momento in cui si è fermato senza dover riscaricare tutto quanto.

Il software in questione non è bellissimo da vedere, è molto scarno direi, però permette di creare uno o più portafogli bitcoin, generare link per i pagamenti ed avere i propri bitcoin nel proprio nodo. Sicuramente una comodità ed una sicurezza per i propri fondi.

MyNODE Software

myNode è una vera e propria distribuzione disponibile in due versioni: community e premium. Nella versione Premium (che costa attualmente $99) sono presenti più software utilizzabili, tra i quali trovo interessantissimo BTC PAY SERVER utile per implementare un sistema di pagamento per la propria attività ed avere un supporto prioritario. Oltre a queste due modalità è presente anche la terza chiamata myNode One che per $499 ti offre una soluzione chiavi-in-mano con un Raspberry PI 4, un disco da 1 terabyte e la versione Premium.

Interfaccia di configurazione tramite browser

Se non si hanno grandi pretese si può utilizzare comunque la versione community che offre già tutto il necessario per operare in modo sicuro sulla rete Bitcoin.

Purtroppo, però, in questo caso se volessimo utilizzare un PC che abbiamo già a nostra disposizione non esiste una distribuzione ad-hoc, come invece possiamo scaricare per Raspberry PI, RockPi 4 e RockPro 64.

Esiste però la possibilità di scaricare un file di configurazione per VirtualBox che ci tornerà molto utile.

In rete si trovano varie modalità che la gente si è inventata per ricompilare tutto il software di myNode per la propria distribuzione linux ma nessuno ha menzionato questa soluzione che sto utilizzando in questo momento e che è molto più semplice da mettere in pratica (per un utente esperto che utilizza Linux).

  • dalla pagina DOWNLOAD di myNode scaricare il file relativo alla Virtual Machine OVA (più di 3 giga);
  • installare VirtualBox, se non già presente sulla propria distribuzione, e fare doppio click sul file OVA precedentemente scaricato;
  • non far partire la virtual machine ma cercare il primo file VDI relativo al sistema operativo (mynode_vm_0-2-45-disk001.vdi). Su Linux normalmente si trova in /VirtualBox VMs/myNode;
  • installare, se non presente, il pacchetto qemu;
  • da terminale entrare nella cartella dove sono memorizzati i VDI;
  • digitare il seguente comando per trasformare il VDI in IMG standard: qemu-img convert -f vdi -O raw mynode_vm_0-2-45-disk001.vdi mynode.img
  • memorizzare il file IMG su una chiavetta usando il comando dd if=image.img of=/dev/sdX dove sdX è l’identificativo della chiavetta (se non sai come fare ti consiglio questo articolo). In questo caso sarà possibile effettuare il BOOT da USB.

    ATTENZIONE!!! AL PRIMO AVVIO CERCHERÀ I DISCHI PRESENTI E LI FORMATTERÀ. Unico difetto di questa soluzione è che non viene specificato quale disco verrà formattato! Di conseguenza fate tutte le prove su un PC che non contiene dati importanti che potrebbero essere persi;
  • alternativamente è possibile memorizzare in modo normale il file IMG che poi potremo utilizzare, tramite una Linux Live (per queste operazioni consiglio sempre di avere a portata di mano una chiaveta con Raspberry PI Desktop OS), per trasferirlo sul disco fisso del PC di destinazione sempre tramite il comando dd ed effettuare il boot dal disco interno.

Conclusioni

Se si ha un po’ di conoscenza di internet e di Linux è possibile creare, in modo semplice e veloce, un nodo completo per entrare nella community di Bitcoin in modo attivo. Sul sito bitcoin.org sono disponibili molte risorse, alcune delle quali tradotte anche in italiano, per iniziare ad utilizzare questo tipo di metodo di pagamento.

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